Sunday, October 05, 2003

Sto ripensando con una certa frequenza ad una specie di Pbem dell'anno scorso. C'era una bella storia di base -senza false modestie- con dei personaggi tra i migliori che io abbia mai conosciuto, a cui mi sono affezionata da subito, fin dalle prime mail descrittive e dai ritratti cinesi. Di regola ci metto di piu', li devo conoscere almeno un pochino, questi invece mi avevano conquistata immediatamente.
Non è che mi sia proprio venuta voglia di riaprirlo, siamo tutti incasinati o forse semplicemente è come quando sai senza dovertelo spiegare per forza che non è il momento, ma suppongo che in questo periodo la storia e i personaggi stessi stiano complottando per ricordarmi che esistono ancora, e ben lungi dall'aver esaurito quel che han da raccontare.
Tranquilli, non vi ho inciso nessuna lapide.
Questo era il posto.
Vedete, è ancora ben presente.

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Colta al volo tra i campi e le foreste, fiancheggiata dal fiume, Farmer's Rest è una piccola perla dimenticata dai troppo veloci___

Il turista che percorre la SS 71 bramoso di raggiungere Park Rapids e il laghi Leech e Winnibigoshish difficilmente nota Farmer's Rest, incastonata sul tragitto come un gioiello troppo discreto per farsi notare___

I primi insediamenti di coloni, che in seguito battezzarono Farmer's Rest il loro gruppo di abitazioni, non immaginavano che il loro piccolo agglomerato sarebbe cresciuto___

Farmer's Rest è un buco.

Un buco grazioso, paragonato ad altri, senza dubbio, ma sempre un buco nella sostanza. Scriverci su un opuscolo promozionale, ora che hanno deciso di puntare sul turismo, è un'impresa al di la' delle mie possibilita'…non riesco nemmeno a iniziarlo, vogliono l'enfasi aulica per un borghetto con ambizioni da metropoli.

E' vero che furono i coloni a dare il nome-augurio al paese quando ancora paese non era, ma certo l'intento era quello di propiziare un momento di tregua in una vita durissima piu' che di richiamare alla mente soavi agriturismi o ranch da vacanza.

Problemi con gli indiani? Sempre, d'altronde il Red Lake (teatro di uno dei piu' efferati massacri delle Guerre Indiane) non è lontano da qui. Mai troppo gravi comunque, scaramucce per lo piu'. Una volta le prendevano, una volta le davano. Hanno finito per darne piu' di quante ne avessero prese perché oggi Farmer's Rest conta 12.000 abitanti che sono il diretto risultato del lavoro di lombi dei coloni, e mira ad espandersi, mentre gli indiani sono sparpagliati qua e la' per la gloriosa North Star. Forse in virtu' della non eccessiva violenza di questi scontri, non c'è particolare ostilita' da parte degli autoproclamatisi autoctoni nei confronti delle diverse etnie. Si limitano ad una cauta cortesia, con qualche punta di pieta' compassionevole (il Circolo delle Dame del Pink and White Lady Slipper) e qualche discesa nella bruta intolleranza (Gordie Stanek e i suoi). Farmer's Rest è un paese emancipato da questo punto di vista. Abbiamo anche i nostri quartieri etnici, coinvolti di recente anch'essi in questa rincorsa al turismo e percio' ripuliti e infiocchettati a festa.

La geografia: Farmer's Rest si sviluppa per il lungo, direzione S-N, a fianco di una porzione della SS 71. A dire il vero, le da' le spalle. Ecco perché, in effetti, il potenziale turista difficilmente si ferma. Tra la prateria e una parata di culi di fabbriche voi dove guardereste?
Il frammento di fiume che corre parallelo alla Statale in quella manciata di miglia è giallognolo e schiumoso. A monte, dove si puo' fare il bagno, prima che si infili nella zona industriale (ferriere, segherie e carne in scatola), è troppo lontano dalla strada e contornato da alberi alti perché lo si possa notare. Certo questo lo rende paradisiaco per i ragazzini al pomeriggio e le coppie o le comitive di ragazzi un po' piu' grandi alla sera. Non ci sono strade per andarci, si puo' risalirne il corso prima che entri nella Puzzona (la buca sotto a Beaver Street da cui esce -sempre- un tanfo micidiale), oppure attraversare la strada ferrata all'altezza della zona residenziale. Una buona mezz'ora di sentieri e si arriva all'acqua pulita e sufficientemente fonda da poterci nuotare.
Oltre la zona industriale c'è il cimitero (insolito accostamento che continua a far storcere nasi in Consiglio d'Amministrazione), la cui funzione è enfatizzata dalla presenza, proprio li' accanto, della Prima (e principale tra i Luoghi di Culto in paese) Chiesa Episcopale di St. Mark. E' una chiesa che ha le dimensioni di una cattedrale e l'aspetto di una costruzione di tronchi. Orribile, a detta dei suoi stessi fedeli.
Il quartiere tra Chiesa-cimitero e Centrocitta' (la 'città seria') ospita le abitazioni della classe medio-bassa.
Proseguendo ancora verso Park Rapids c'è la cosiddetta Zona Etnica. A parte un campetto sportivo un po' piu' cadente di quello di Loon Park e il museo-emporio dell'artigianato indiano (costruito tre anni fa in stile Adobe, solo il Piano Urbanistico sa perché !), più emporio che museo, la Zona Etnica di fatto si limita a China Street e il Mercatello. Permanente sorta di suq dei poveri, dove cimeli hippy strizzano l'occhio alle camiciole 'hispano guaranteed' (sic) Park Rapids della bancarella a fianco. Le abitazioni sono uguali a quelle di la' dalla Chiesa, e l'integrazione non è ancora cosi' totale da prevedere tende del sudore o moschee.
Poi si passa dall'altro lato della ferrovia, e arriva la Vera Farmer's Rest. Dopo una prima linea ingannevole di abitazioni popolar-dignitose ma senza elementi di spicco si giunge a quello che gli Illuminati Amministrativi vogliono 'lanciare'. Il CENTRO. Che non ha proprio nulla di particolare, ne' memorabile, ne' splendido ne' orrido. E' il nucleo originario dell'insediamento, e la Chiesa Battista è graziosa, rimasta uguale salvo qualche restauro e qualche rinforzo alla struttura, ma le abitazioni dei coloni sono state rimpiazzate gia' da tempo. Non che lo si noti, comunque, lo sguardo non puo' fermarsi su una casetta o una vetrina, rilevare con un moto di sorpresa ('Qui? Ma pensa un po'!') la boutique teatrale o sogghignare per il color canarino del palazzo municipale. I grattacieli dello Shine lo impediscono, risucchiano l'attenzione e le occhiate di chiunque: gli eventuali turisti che si chiedono cosa ci facciano dei grattacieli a Farmer's Rest, i residenti perché ancora ci si devono abituare, lo Shine è stato ultimato solo sei mesi fa.
Questo outlet-centro commerciale-night-zona lusso-tutto-in-uno viene chiamato scherzosamente la "peperonata", in riferimento a quella che deve essere stata l'indigestione piu' colossale della storia, per aver fatto sognare all'architetto Nigel Hapshdadd (che vive a Little Falls tra parentesi) un progetto del genere. Una specie di Manhattan a secco, piantata qui in pieno Minnesota non si sa perché.
Per fortuna è bilanciata dall'altro grande progetto dell'ultimo periodo, Loon Park. Piu' grande dello stesso centro di Farmer's Rest (Peperonata inclusa), comprende le scuole, il campo sportivo (rimesso a nuovo, con impianti ed equipaggiamenti a nolo fiammanti di fabbrica), un interessante e straordinariamente ben fornito Museo storico/ Biblioteca, una zona BBQ che è d'elezione per la Fiera Annuale e come dimensioni, da sola, fagocita tranquillamente l'intera Zona Etnica, e un bellissimo boschetto con tanto di sentieri curati, piccole radure e laghetto centrale che i cittadini di Farmer's Rest dovranno decidere se trasformare in piscina all'aperto con sauna e chiosco ristoro.
Tutt'attorno al paese, tranne che sul lato della SS 71 si intende, varie fattorie di allevatori e contadini, a far da sentinella e da memento delle origini rurali del paese.

Nessun neo, dunque (Peperonata e Gordie Stanek a parte) ? Farmer's Rest non ha macchie sulla coscienza? No, come ogni luogo, dal paesino alla metropoli, anche Farmer's Rest ha avuto le sue pecche, i suoi 'fatti innominabili', le sue pozzanghere di vergogna. Ma niente di enorme.
Ha le sue figure peculiari, certo: il Teppistello Carogna, la Buona Arteriosclerotica Vecchina della antica bottega, il Predicatore della cassetta da frutta e la Poetessa un po' bruciata un po' New Age…Ma anche queste sono figure abbastanza comuni, senza eccessi in un senso o nell'altro.

Cosa ha dunque, cosa c'è di straordinario e unico a Farmer's Rest? Purtroppo, l'unica cosa davvero peculiare di Farmer's Rest non è nulla che si possa pubblicizzare in un opuscolo per il turista.

I suoi abitanti sono tutti esseri umani. Almeno, s'intende, fino a questo momento.
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