Monday, May 30, 2005
Ci vado a votare, ai referenda tra due settimane ?
Come direbbe l'Illustre, cazzo sì.
Da quando posso votare non ne ho mai praticamente mancato uno, anche quando l'oggetto della decisione era (per me) di scarso interesse, o nebuloso. La prassi è sempre stata, in questi ultimi casi: mi informo, leggo originali, pareri e contropareri e maturo la mia posizione. Se proprio non mi riusciva di farmi un'opinione abbastanza decisa da volermi schierare (oh l'incertezza esiste), ci andavo comunque: ad annullare la scheda, ma se non altro facevo numero.
Ora, per questi prossimi imminenti e oscurati referenda, qualcuno che conosce la mia mancanza di orologio biologico mi ha chiesto come mai ci tenessi tanto. Ed è vero, personalmente non mi sento coinvolta nell'oggetto della legge, se non, molto marginalmente, per la parte che riguarda la ricerca. Dubito che avrò mai a scontrarmi con questa legge, se è per questo.
Però dall'inizio ho sempre pensato che fosse giusto andare ad esercitare il proprio potere decisionale in questo caso. Mi sono letta il testo della legge. Mi sono letta i pareri del sì e del no. Mi sono fatta una mia idea. Sempre con poca partecipazione personale, se vogliamo, ma convinta che se ragioniamo solo sulla base personale su queste questioni tanto lontano non ci andiamo.
Poi. Prima rendersi conto di quanto poco tutto sommato se ne parlasse, di quanto poco risalto venisse dato all'importanza della decisione che dovremmo prendere. E a seguire, i plateali inviti al non voto. Adesso ho i cartelli che istigano (sì, istigano) a non votare che costeggiano la strada che faccio per andare a prendere la corriera. E questo mi ha fatto incazzare come una bestia.
Neanche tanto con chi si astiene perchè proprio non interessato (posso pensare che siano superficiali, ma non mi fanno incazzare più di tanto), quanto con chi si astiene senza nemmeno essersi informato, solo perchè gli hanno detto di fare così. E soprattutto con chi, istituzioni e partiti in primis, istiga all'astenaione, quando dovrebbero essere i primi a ricordarci che comunque il referendum è il mezzo legale che abbiamo a disposizione per farci sentire e cambiare le cose. O lasciarle come sono, se è per quello.
Quindi a votare ci vado eccome. Non so se si raggiungerà questo benedetto quorum, non so quale sarà l'esito se anche si raggiungesse. Ma comunque io sarò là con la mia schedina, e fuori ci saranno gli indifferenti/superficiali o le teste di cazzo, a seconda.
Divisione netta senza grigi?
Cazzo sì.
Come direbbe l'Illustre, cazzo sì.
Da quando posso votare non ne ho mai praticamente mancato uno, anche quando l'oggetto della decisione era (per me) di scarso interesse, o nebuloso. La prassi è sempre stata, in questi ultimi casi: mi informo, leggo originali, pareri e contropareri e maturo la mia posizione. Se proprio non mi riusciva di farmi un'opinione abbastanza decisa da volermi schierare (oh l'incertezza esiste), ci andavo comunque: ad annullare la scheda, ma se non altro facevo numero.
Ora, per questi prossimi imminenti e oscurati referenda, qualcuno che conosce la mia mancanza di orologio biologico mi ha chiesto come mai ci tenessi tanto. Ed è vero, personalmente non mi sento coinvolta nell'oggetto della legge, se non, molto marginalmente, per la parte che riguarda la ricerca. Dubito che avrò mai a scontrarmi con questa legge, se è per questo.
Però dall'inizio ho sempre pensato che fosse giusto andare ad esercitare il proprio potere decisionale in questo caso. Mi sono letta il testo della legge. Mi sono letta i pareri del sì e del no. Mi sono fatta una mia idea. Sempre con poca partecipazione personale, se vogliamo, ma convinta che se ragioniamo solo sulla base personale su queste questioni tanto lontano non ci andiamo.
Poi. Prima rendersi conto di quanto poco tutto sommato se ne parlasse, di quanto poco risalto venisse dato all'importanza della decisione che dovremmo prendere. E a seguire, i plateali inviti al non voto. Adesso ho i cartelli che istigano (sì, istigano) a non votare che costeggiano la strada che faccio per andare a prendere la corriera. E questo mi ha fatto incazzare come una bestia.
Neanche tanto con chi si astiene perchè proprio non interessato (posso pensare che siano superficiali, ma non mi fanno incazzare più di tanto), quanto con chi si astiene senza nemmeno essersi informato, solo perchè gli hanno detto di fare così. E soprattutto con chi, istituzioni e partiti in primis, istiga all'astenaione, quando dovrebbero essere i primi a ricordarci che comunque il referendum è il mezzo legale che abbiamo a disposizione per farci sentire e cambiare le cose. O lasciarle come sono, se è per quello.
Quindi a votare ci vado eccome. Non so se si raggiungerà questo benedetto quorum, non so quale sarà l'esito se anche si raggiungesse. Ma comunque io sarò là con la mia schedina, e fuori ci saranno gli indifferenti/superficiali o le teste di cazzo, a seconda.
Divisione netta senza grigi?
Cazzo sì.
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