Saturday, June 07, 2003

Sembra che uno dei leit motifs dei miei ultimi mesi sia quello della prole.
Quanti amici (amici di adesso e amici di scorribande passate rincontrati per caso) hanno più o meno scelto di avere figli. Il fatto che sia successo nel corso dell’ultimo paio d’anni suppongo sia per mere cause anagrafiche, nonostante l’età dei novelli genitori in questione vada dai 23 ai 36. Dev’essere uno di quei momenti obbligati che ti capitano nella vita, quello in cui molti di quelli che frequenti/hai frequentato iniziano a figliare. Magari qualche decennio fa la valanga di neonati era preceduta da un altrettanto intenso periodo di sposalizi, oggidì invece ti spuntano come funghi direttamente tutti questi fantolini di ex-compagni di bevute e altro…
In teoria ho sentito dire (a chi è capitato di trovarsi circondato da figliolanze altrui senza aver già provveduto di suo) che tende a metterti qualche punto interrogativo in testa, del genere ‘ma non sarebbe ora che anch’io…’ ‘forse è proprio ora di lasciare qualcosa di me al futuro...’ (ed è per essere benevola che trascuro motivazioni meno sentite e meno nobili che pure so per certo essere motore di tanti parti depressivi).
Io li ho cercati i punti interrogativi, giuro, dopotutto dicono che la biologia non sia un’opinione.
Manco uno.
Solo la confermata certezza del mio sano egoismo.
Vedo gli altri alle prese con le occhiaie da notti di passeggio per le stanze dondolando il pupo sulla spalla e le ultime soluzioni per lo smacchio del rigurgito latteo dalla camicia di velluto, ma anche con l’innegabile orgoglio del primo-dente primo-sguardo-consapevole-della-MIA-presenza, e più li vedo più sono contenta per loro e convinta che non fa proprio per me.
Com’è sta cosa? Non mi funziona l’orologio biologico?
No perché io ci ho pensato, seriamente, chiedendomi se non fosse per caso una specie di presa di posizione, di ‘outsider e fiera di esserlo’ a oltranza, ma vedo che non è proprio questo il caso. Ci ho pensato dopo che un tre mesi fa un fisioterapista greco (!) in visita per uno stage mi ha chiesto con assoluta innocenza e senza intento provocatorio se così non mi sentissi inutile, se il fatto di non essere interessata ad una famiglia (in termini di discendenza, matrimonio e compagnia) non mi facesse sentire solo…in prestito al mondo, ecco, come di passaggio.
Eehh, no, in effetti no.
Non mi sento ne’ inutile ne’ di passaggio ne’ desiderosa di essere madre. Tant’è. Sostanzialmente, penso di voler continuare a farmi gli assoluti cazzi miei in eterno, credo.
Poi sempre per caso, capito sul sito di ‘Estinzione Umana’ con un dossier su “L'istinto materno non è innato e neppure scontato”…e allora torno a sghignazzare delle mie pippe mentali, che altro?
Che cosa meravigliosa l’ironia coincidentale (seee…) della vita!

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