Thursday, April 03, 2003

Freak Closet and Shunned Rainbows

Ieri è stata la giornata dei pasticci nella vestizione.
Io mi alzo spesso un po' sonnambula (o forse dovrei dire rincoglionita) e spessissimo prendo il primo pezzo che più o meno abbia senso dall'armadio. Ieri avevo una maglia nera aderente, ma dalle maniche un po' troppo corte visto che sta rimontando il freddo. Così afferro la mia bella camiciotta mimetica di tela pesante, per coprire le braccia e non pensarci più.
Alla terza persona che mi chiede se appoggio gli USA nella guerra mi viene un dubbio (perchè sono sveglia). Abbasso lo sguardo e oltre che al tessuto mimetico già noto, vedo bello bello sopra il taschino di sinistra il patacco 'US Army'.
Solitamente sono usa sbattermene delle opinioni che può farsi la gente vedendo il mio abbigliamento, anche perchè a seconda della giornata l'ipotetico tranciagiudizi potrebbe pensare veramente di tutto. E poi non credo molto nelle divise. Ma porca misera, stavolta ho vissuto 15 minuti buoni di conflitto morale. Perchè è vero che mi ripetevo 'ma fregatene, se uno vuol sapere come la pensi te lo chiede, se trae conclusioni sbagliate per una camicia è nel torto lui', ma è altrettanto innegabile che in questi giorni se vedo uno con la bandiera arcobaleno a mo' di mantellino, o la maglietta con la svastica dentro al divieto un'idea me la faccio anche io. E la mia povera camicia, in effetti, l'avessi vista addosso a qualcun altro non so cosa avrei pensato.
Alla fine ho tenuto la camicia (anche se prima di tornare a casa ho indossato la felpa con gli orsi, che tengo di salvataggio a lavorare, ma perchè era proprio freddo).
Però mi ha fatto pensare. Io che mi sono sempre fatta un segreto vanto di indossare solo quello che mi ispira al di sopra di quello che può sembrare all'osservatore, a questo giro per cause esterne totalmente indipendenti dalla mia volontà, mi sono sentita davvero fuori luogo. E siamo d'accordo che è una piccolezza, ma per me è proprio quando le situazioni si riflettono nelle piccolezze che ho la misura della loro gravità e, soprattutto, della mia totale impotenza. E l'impotenza è una cosa che mi fa INCAZZARE prepotentemente.

Ho fatto una considerazione sul mio guardaroba che deve avercela con me (o più probabilmente sul fatto che sono proprio andata) più tardi la stessa mattina, quando dopo quattro ore di odiosissimo slip in mezzo alle chiappe mi sono accorta che in realtà l'avevo infilato storto...non vorrei ridurmi a doverci mettere i fiocchettini come faceva qualcuno alle elementari per distinguere la mano destra dalla sinistra...

La seconda situazione che mi ha fatto pensare della giornata è stata quando ci ho messo un'ora di autobus per arrivare alla stazione delle corriere (contro i soliti 25-30 minuti). Siamo stati fermi quanto, un quarto d'ora? perchè era in corso una manifestazione contro la guerra e i ragazzi si erano seduti in mezzo all'incrocio a bloccare il traffico.
L'autobus impazzito. Le vecchiette che concionavano 'ah tanto è solo per far del casén, vagabondi'. E un tizio che forse non raggiungeva la ventina che, a dargli spazio, avrebbe risolto il problema della pace (!) il problema della guerra le tasse i rifiuti il traffico e alla fine ti avrebbe fatto anche una pugnetta. Odioso. Di quelli che devono URLARE i loro concetti, si è appiccicato all'autista (un santo) e continuando a dargli consigli su strade alternative andava edificando tutto il ventre del bus. Alternativamente inveendo contro i manifestanti, dichiarandoci che anche lui era contro la guerra perchè era scout ma che c'era modo e modo, suggerendo che in quanto -pure!- membro della protezione civile lui sarebbe già arrivato con gli idranti, scaldandosi d'ira celeste 'hanno portato i bambini!', lagnandosi che avrebbe perso il treno e non so che altro.
Io mi sono fumata una paglia ghignando con l'autista, che tra i denti mi ha detto 'lui la guerra l'ha già fatta, si vede dalla faccia' (molto molto cattiva, in effetti aveva questa faccia schiacciata con occhi porcini come da impatto contro un TIR, ma _quello_ mica era colpa sua, però ho riso lo ammetto).
Ho sorriso alla mamma pace-mantellata con piccolo al seguito carico di palloncini colorati che ha preso il nostro autobus (e il genio ha tentato di edificare anche loro, ma si è preso una serie di murate da madre E piccolo che l'hanno, finalmente, ammutolito).
Ed ho riso, oh come ho riso, non me ne vogliano i pendolari 'a posto', quando ho saputo che il corteo avrebbe proseguito per andare a piazzarsi una mezz'oretta sui binari del treno...

Naturalmente sono stata l'unica a prendere il volantino che spiegava i motivi del blocco del traffico.
Ma almeno ne hanno parlato, anche le azdàure che fino a due minuti prima spettegolavano sullla collega. Per luoghi comuni e banalità assortite, ma hanno parlato, e si sono ricordate di colpo di quello che succede a non-poi-così-tanti-chilometri da qui.


Oggi invece hanno tolto qualche anno di vita a tutti i pazienti in attesa nel corridoio monumentale. Stanno girando la puntata pilota di una non meglio identificata fiction TV, e dopo una serie di 'azione' 'stop' e versi vari incomprensibili, è partita una salva di spari che ha fatto saltare da sedute non poche persone.
Io non ho fatto una piega, ma solo perchè se dovessi contare sui miei riflessi per salvarmi la vita sarei già fantasma.
Andranno avanti fino al 7 o all' 8.
Domani porto valeriana per tutti.

Pausa di recupero, al monitor dalle 15
Sechat

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